Sto tenendo dei corsi che mi hanno permesso di dare un’occhiata un po’ più approfondita ai siti della pubblica amministrazione e al modo in cui sono sfruttati i social.
L’occasione è stato un corso tenuto per conto di EnAIP Feltre, a un gruppo di poliziotti della Questura di Belluno. L’idea era vedere come la comunicazione si sia evoluta da quando Internet ha preso piede. Come al solito, ho cercato di lavorare su materiale e situazioni in cui i partecipanti potessero riconoscersi, così che a fine corso le persone possano mettere a frutto qualcuna delle idee studiate a lezione.
Tocca dire che le persone addette al lavoro spesso ce la mettono tutta, anche con risultati interessanti, ma avrebbero bisogno che sia fatto un passo in più e un minimo di formazione dedicata, per sfruttare ancor meglio un canale che arriva dritto ai cittadini.
A fine corso, c’è stato un laboratorio e ho proposto di simulare dei contenuti da postare sui social che siano efficaci dal punto di vista comunicativo, ma anche accurati per quanto riguarda le informazioni date. Il lavoro è stato interessante, i partecipanti ci hanno messo la loro conoscenza della legge e io il mio pallino per l’usabilità.
Questa esperienza mi ha anche mostrato come spesso i risultati si basino sulla buona volontà delle persone, ma di come non sia supportata poi da chi dovrebbe decidere: siti che per legge dovrebbero essere accessibili e usabili, sono lontani dall’esserlo, testi che dovrebbero essere facilmente comprensibili – anch’essi per legge! – ancora usano troppo burocratese.
E’ un vero peccato, perché un approccio diverso potrebbe aiutare i cittadini, facilitar loro la vita, e di conseguenza alleggerire il lavoro per la pubblica amministrazione stessa; a parte queste considerazioni, comunque, l’esperienza è stata interessante, divertente e istruttiva.
Ah! E ho scoperto che esistono dei coefficienti per calcolare il livello di comprensione dei testi, fantastico!